Tritoni – Salamandra

Questa scheda allevamento salamandra nasce per dare quante più informazioni possibili ai neofiti che si avvicinano o comprano una salamandra all’interno delle fiere rettili ESOTIKA PET SHOW.

TRITONI

Tassonomia
*Classe Amphibia
*Ordine Caudata
*Famiglia Salamandridae
*Genere Triturus
*Specie
Triturus anatolicus
Triturus carnifex
Triturus cristatus
Triturus dobrogicus
Triturus ivanbureschi
Triturus karelinii
Triturus macedonicus
Triturus marmoratus
Triturus pygmaeus

-Distribuzione
Il genere è diffuso negli ambienti umidi di Europa e Asia occidentale.

-Descrizione
I tritoni hanno un corpo gracile e allungato, concluso da una lunga coda compressa lateralmente e provvista di lamina natatoria. La lingua è protrattile, i denti sono sia mascellari che vomero-palatini.
Possiede una spiccata capacità di rigenerazione degli arti e della coda.
Le uova vengono deposte singolarmente e fissate alle foglie delle piante acquatiche.
Le larve di tritone, e in genere di tutti gli urodeli, possiedono branchie ramificate che sporgono dai lati della testa, non coperte da opercolo come avviene invece nelle larve degli anuri.

I tritoni, vivendo negli stagni con acqua ferma e paludosa e nei corsi d’acqua a lento scorrimento, si nutrono di larve di zanzare e altri piccoli insetti che cadono nell’acqua. In inverno si rifugiano sotto le radici degli alberi, nei boschi.
A primavera i tritoni abbandonano la terra per occupare le acque stagnanti, in vista dell’accoppiamento. In questo periodo i maschi assumono il carattere sessuale secondario della cresta sulla coda, che talvolta si prolunga sul dorso, come nel caso del Triturus cristatus.
Il tritone è uno degli anfibi il cui genoma è di dimensione maggiore di quello dei mammiferi (e dell’uomo in particolare, superando di cinque volte il numero di coppie di basi azotate di DNA)

-Allevamento e Stabulazione
Le abitudini di questi animali variano in base all’età e alla maturità sessuale. In natura occupano stagni ed acquitrini prevalentemente durante la stagione riproduttiva, ma in cattività vi sono casi in cui la fase acquatica permane anche nei mesi invernali ed estivi.
In base alle abitudini degli esemplari si allestisce o un terracquario o un acquario (con rocce o radici affioranti). L’allestimento di partenza deve rispecchiare le caratteristiche di un terracquario composto dal 50% da parte emersa e dal 50% da parte sommersa. In genere gli esemplari in cattività manifestano le loro abitudini una volta trascorsa la prima stagione riproduttiva, questo può permettere all’allevatore di allestire un setup completamente acquatico nel caso in cui gli individui mantenessero la fase acquatica post riproduzione.

Per quanto riguarda la parte sommersa, la profondità massima della colonna d’acqua si aggira intorno ai 20-25 cm. Il fondo può essere completamente nudo o costituito da sabbia fine (ø≤ 1 mm). Per garantire una buona qualità e ossigenazione dell’acqua si consiglia una fitta piantumazione costituita da piante a crescita rapida come Egeria densa, Ceratophyllum demersum e Cabomba sp. le quali fungeranno sia da riparo che da sito di deposizione delle uova (si possono aggiungere a piacimento muschi acquatici e altre piante che non richiedono un’illuminazione troppo intensa). Molto gradite dai tritoni sono le tane realizzate con rocce e tronchi, coi quali si possono allestire delle zone di appiglio affioranti utili alla risalita degli animali verso la superficie.
Le dimensioni della vasca ovviamente dipenderanno dal numero di individui ospitati ma indicativamente un 120x40x30 può andare bene per 3 coppie.

*Temperatura
Il range di temperatura ottimale va da una minima di 5-6 gradi in inverno ad un massimo di 25 gradi in estate (se possibile evitare di esporre gli esemplari a queste temperature per un prolungato periodo di tempo).

è assolutamente da evitare ogni tipo di riscaldatore.

Alimentazione
Sono tritoni molto voraci sin dallo stadio larvale. Gli adulti si nutrono di qualsiasi cosa che venga data loro: lombrichi, chironomus vivo e decongelato, latterini, tubifex, gamberetti, tranci di pesce d’acqua dolce, dafnia e artemie adulte vive e decongelate.
Durante la fase terrestre dei giovani e degli adulti si consiglia un’alimentazione composta da moscerini della frutta atteri, onischi e collemboli tropicali, grilli, lombrichi, limacce, blatte, camole del miele e tarme della farina (da somministrare con moderazione, non devono mai essere il pasto principale).
Durante i mesi estivi e invernali può capitare una perdita di appetenza da parte degli esemplari, i quali rallentano il loro metabolismo per superare la stagione avversa.
Data la loro voracità è consigliato sapere dosare con le quantità: somministrare il cibo una volta ogni due giorni è sufficiente per i giovani esemplari, gli adulti possono essere nutriti una o due volte a settimana; in questo modo si previene il rischio di obesità che nuoce alla salute degli animali.

Riproduzione
gli esemplari necessitano di un periodo di bruma (o in acqua o sulla terra) da 1 a 3 mesi. In questo periodo è necessario esporre gli animali a un calo di temperature (temperatura minima ideale 5 gradi) e a una riduzione del fotoperiodo. Per soddisfare queste condizioni si può scegliere tra due opzioni: allevamento all’esterno, prestando attenzione alla formazione del ghiaccio, e allevamento con l’ausilio di un piccolo frigo o cantina.

In entrambi i casi bisogna evitare di sottoporre gli animali ad uno sbalzo termico che causerebbe un notevole stress. Una soluzione che garantisce il successo della bruma è quella di spostare gli esemplari all’esterno in Autunno per poi riportarli all’interno a inizio Primavera. Durante questi mesi è opportuno monitorare lo stato di salute degli animali che potrebbero essere soggetti ad una anomala perdita di peso.
I corteggiamenti sono di facile osservazione e inizieranno a manifestarsi dopo il periodo di bruma, a una temperatura di circa 10-15 gradi, generalmente da fine Febbraio a fine Maggio. Il rito è uno dei più semplici e classici della famiglia Salamandridae: il maschio, dopo aver sviluppato la cresta dorsale e caudale si posiziona di fronte alla femmina in posizione cat-buckle praticando uno sventolio della coda (tail fanning) e contemporaneamente rilascia i propri ferormoni in direzione del partner. La femmina, se interessata, assiste al corteggiamento senza fuggire e una volta rilasciata la spermatofora dal maschio sul substrato, si posiziona con la regione cloacale sulla spermateca, raccogliendola, permettendo così la fecondazione delle uova presenti all’interno del suo ventre.
Sfortunatamente può non essere sufficiente la raccolta di una sola spermatofora; in questo caso è necessario un ulteriore corteggiamento affinché la fertilizzazione sia sicura.
Recenti studi confermano una preferenza da parte delle femmine di esemplari maschi di maggior massa corporea e con creste dorsali e caudali molto sviluppate, caratteristiche che conferiscono al maschio una maggior produzione di feromoni e una loro maggior trasmissione alle femmine.
Terminata la fase di corteggiamento la femmina inizia a deporre le uova singolarmente, disponendole in “pacchetti” creati con le foglie della vegetazione circostante.
In genere una femmina può deporre dalle 200 alle 250 uova.
Le uova vanno prelevate singolarmente e si schiudono dopo circa 14-21 giorni a una temperatura di 12-15 gradi.

-Cura delle larve
Per i primi 3-5 giorni dopo la schiusa, le larve ottengono il nutrimento necessario dal sacco vitellino che viene assorbito completamente. Passata questa breve fase la loro dieta è composta esclusivamente da microinvertebrati acquatici vivi (artemia salina e dafnia sono i più comuni in commercio). Da evitare l’inserimento di predatori come ninfe di odonati, larve di ditiscidi e ostracodi.
Se si opta per l’utilizzo dell’artemia salina, è opportuno preparare per tempo uno “schiuditoio” e fornirsi di un numero abbondante di cisti, garantendo una disponibilità costante di prede vive.
Nota importante: le artemie vengono allevate in acqua salata: è opportuno quindi trasferirle con una siringa in un recipiente contenente acqua dolce, prima di somministrarle alle larve, diminuendo così il loro contenuto salino.
Durante il primo mese di vita occorre mantenere una scrupolosa igiene, eliminando con una siringa scarti e deiezioni, effettuando minimi cambi parziali d’acqua (circa il 10%-20%). Da evitare cambi d’acqua totali che causerebbero la morte delle larvette per stress osmotico/chimico.

Data la voracità di questa specie è necessario separare le larve in base alle loro dimensioni, dato che i fenomeni di cannibalismo sono molto frequenti. La dieta va diversificata il più possibile man mano che le larve crescono e in concomitanza con lo sviluppo completo degli arti inferiori è possibile somministrare cibo decongelato (le larve di chironomidi accentuano ulteriormente la pigmentazione).

La fine della fase larvale è evidenziata da una serie di segnali: la coda risulta meno palmata, la colorazione della pelle cambia radicalmente, avvicinandosi a quella degli adulti, le branchie vengono riassorbite, gli arti si irrobustiscono, la testa assume un aspetto più definito e possono essere trovati i resti delle prime mute. A questo punto è opportuno cambiare allestimento, abbassando il livello dell’acqua e fornendo un discreto numero di appigli per il completamento della metamorfosi e per evitare che i giovani tritoni.
Dopodiché è necessario trasferire i giovani nel terrario allestito per la lunga fase terrestre.

La metamorfosi avviene all’incirca dopo 3-6 mesi di vita; sono rarissimi i casi di neotenia. Al momento della metamorfosi i tritoncini misurano dai 2,5 cm ai 4 cm.

-Lo stadio Giovanile
I giovani esemplari passano circa 3-4 anni in fase terrestre. Non presentano particolari difficoltà di allevamento; possono passare un periodo di inappetenza durante i primi giorni post-metamorfosi, ma, data la loro voracità verso ogni tipo di preda, i giovani crescono in fretta, entro i primi due anni di vita.
“E΄ sconsigliato sottoporre al periodo di bruma gli individui di età inferiore ai 2,5- 3 anni.”

Un’alternativa per i primi mesi di vita, all’allestimento descritto in precedenza per gli adulti, è la sistemazione in un terrario con substrato composto da carta assorbente bagnata (da sostituire settimanalmente) e da nascondigli realizzati con foglie secche e lastre di ardesia. Tuttavia tale sistemazione non può essere quella definitiva.

Le dimensioni della vasca ovviamente dipenderanno dal numero di individui ospitati ma indicativamente un 60x30x30 può andare bene per 6 giovani.

L’allestimento ideale non è di difficile realizzazione: si può prendere spunto dalle lettiere e dai suoli di sottobosco utilizzando un terriccio universale come substrato (lo si può arricchire a piacimento con sfagno e cortecce in decomposizione) e inserendo foglie secche (quercia, castagno, faggio, betulla), corteccia e muschio per creare dei nascondigli (è opportuno effettuare un lavaggio degli arredi prima di inserirli nella teca). Data la loro provenienza da un clima abbastanza mite, occorre nebulizzare correttamente per rendere l’ambiente sufficientemente umido, senza eccedere e formare di ristagni d’acqua che potrebbero portare alla formazione di muffe indesiderate. Per mantenere il substrato pulito dalle deiezioni e dagli scarti di cibo, è necessario sostituirlo periodicamente; oppure si può optare per l’inserimento di una colonia di onischi tropicali (Trichorhina tomentosa) e/o collemboli tropicali, i quali fungono sia da spazzini che da alimento per i piccoli marmorati.

Si ricorda che a questo allestimento base possono essere aggiunte a piacimento diverse specie di piante terrestri, per ricreare il più fedelmente possibile l’ambiente di sottobosco (necessaria una fonte di luce artificiale). In genere un giovane esemplare di T. marmoratus impiega 4 anni per raggiungere la maturità sessuale (in natura possono impiegare anche 7 anni) e di conseguenza il passaggio stagionale dalla fase terrestre alla fase acquatica e viceversa; questo comporta il mantenimento di un setup terricolo per un lungo periodo di tempo.

Curiosità

  • tritoni appartengono alla classe degli Anfibi, che comprende anche rane, rospi, salamandre e cecilie. Sebbene l’88% degli anfibi siano anuri (rane), va notato che quelli appartenenti all’ordine Caudata (salamandre e tritoni) rappresentano circa 695 specie viventi. Si differenziano dagli altri anfibi per la presenza di coda.
  • Una delle caratteristiche più sorprendenti dei tritoni è rappresentata dalla loro distribuzione eterogenea. Possono essere trovati nei corpi idrici e nelle zone umide del Nord America, Europa, Nord Africa e Asia. La maggior parte dei rappresentanti di questo gruppo si trova nel Vecchio Mondo, poiché l’Asia ospita più di 40 delle 100 specie esistenti.
  • I polmoni degli anfibi sono piuttosto semplici, privi delle strutture e delle camere spugnose presenti nel tratto respiratorio di mammiferi e uccelli. Pertanto, devono aiutare la loro pelle a respirare. In alcune specie, il tasso di scambio di ossigeno epidermico arriva fino al 100% del totale.
  • Le larve di salamandra del genere Ambystoma sono state utilizzate in molteplici esperimenti, poiché sono in grado di far crescere interi organi dopo la lesione. Ad ogni modo, un’altra delle curiosità dei tritoni è che hanno anche un’insolita capacità rigenerativa.
  • I tritoni e il 41% degli anfibi in generale sono in pericolo di estinzione, poiché i cambiamenti climatici e l’inquinamento delle acque stanno distruggendo i loro habitat originari. È necessario conoscere e prendersi cura di questi esseri viventi impressionanti per continuare a goderseli ancora per molti anni.

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